Ricordo la prima volta che ho sentito il termine "Coronavirus", era in Cina. La Cina, che paese così lontano, la questione allora non ci toccava. Poi il primo caso in Italia, era solo un caso. Poi il lockdown. Per la prima volta abbiamo avuto a che fare con termini come Pandemia ed Emergenza Sanitaria. No, non era un film di fantascienza, era la realtà. Ricordo i mesi passati in casa, dove abbiamo riscoperto i legami famigliari, a sfruttare i vari angoli della casa e soprattutto dove abbiamo cucinato. Abbiamo aspettato con ansia e speranza che tutto finisse. Ricordo il primo giorno che sono uscita di casa, per comprare un giornale, era una tiepida domenica mattina di sole. Ho avuto la pelle d'oca, mi sentivo in un quadro metafisico, non c'era nessuno intorno a me a svolgere le attività più banali. C'era solo il rumore della natura che si riprendeva ciò che l'uomo calpesta. Poi tutto d'un tratto è arrivata l'estate, è tornata la libertà. Eravamo tutti elettrizzati, volevamo tornare a vivere, uscire dalle quattro mura di casa nostra. Recuperare gli aperitivi, le cene, i rapporti umani. Forse con il senno di poi, siamo stati un po' troppo boriosi, non curanti. Me ne rammarico, ad oggi. Cosa sarà del domani? È buffo. Per adesso le uniche certezze sono che i nostri modi di vivere sono stati stravolti. Prima di uscire di casa dobbiamo ricordare la mascherina, chi usa quella chirurgica, chi quelle tutte colorate di mille fantasie diverse. I sorrisi delle persone ora li dobbiamo riconoscere dagli occhi, non ci abbracciamo più, stiamo lontani e ci salutiamo con un "speriamo bene". Il lavoro è smart working, le lezioni online, in un certo senso abbiamo creato una vita parallela sui nostri computer, lamentandoci delle gioie e i dolori delle connessioni internet. Però io in tutto questo un po' di paura la ho. Come si fa a rimanere positivi quando c'è chi ancora nega, ancora non capisce che una mascherina può salvarci la vita. Cecità di Saramago ci insegna, in momenti di emergenza MONDIALE, gli uomini si fanno la guerra. C'è sempre il bastian contrario. Perché ogni tanto non ci fermiamo a riflettere, che se anche i problemi non ci toccano, non siamo soli. Impariamo a rispettarci, a vivere in convivenza civile. Paghiamo il pegno dell'inettitudine, quella dei tagli alla sanità, all'istruzione, delle tasse non pagate. Il problema è il perseverare, il non aprire gli occhi, il non avere alcuno stimolo a rendere il futuro migliore. Smettiamola con questa polemica, spiccia, un pò ripetitiva, fatta di inutili luoghi comuni! Ricordiamoci il potenziale degli esseri umani. La minaccia è di nuovo alle porte, ora sta a noi. Lo sforzo non è solo per noi stessi, non siamo sempre egoisti, lo sforzo è per i ragazzi che devono andare a scuola, per le attività che devono continuare e per i più deboli. La selezione naturale, lasciamola ai trogloditi!
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