Il sogno americano è una prerogativa fondante nell’America degli anni cinquanta, ed è proprio a questo sogno che lo "Svedese" si aggrappa con tutte le sue forze. Una bella casa, direttore di un’azienda di guanti ereditata dal padre, marito di Miss New Jersey e infallibile sportivo. Sembra per l’appunto, un sogno la sua vita. Ma nel tempo tutto si dimostrerà pura illusione, a svegliarlo da quest’ultima sarà proprio sua figlia Merry, attivista incallita contro il capitalismo, la guerra in Vietnam e i dettami della tipica famiglia americana. La vita dello Svedese andrà in pezzi a poco a poco. In Pastorale Americana Philip Roth tramite questi due personaggi mostra le due facce dell’America. Quella del “We can do it”, fatta di comunità che si contaminano tra di loro, che approdano nel Nuovo Mondo per realizzare i propri obbiettivi. Ma anche l’altra, quella della ingiustizia, del degrado e della violenza. Nelle pagine di questo libro, lo Svedese ci racconta la sua storia a partire dagli anni del liceo, dove si è guadagnato questo soprannome. Un soprannome che verte su di lui come un epiteto, in quanto non fine a se stesso, ma colmo di significati di efficienza, perfezione e forza, che si porterà dietro per tutta la vita. La sua storia sembra iniziare apparentemente senza alcuna sofferenza, addirittura si arruola nei Marines. Seymour Levov detto lo Svedese fa parte della comunità ebraica di Newark, rispetta il volere del padre e lascia tutto per poter rilevare la sua attività. L’unica volta che si ribella al padre è quando sposa Dawn ex Miss New Jersey, una cattolica irlandese. Con Dawn, lo Svedese avrà una bimba, Merry, che a detta del padre è cresciuta negli agi. Non le fa mancare nulla, fa di tutto per lei persino per curare le sue balbuzie. Ma gli anni sessanta sono alle porte, Merry è adolescente. Non è una frivola ragazzina di Old Rimrock, ma una ribelle. Sua figlia non si ribella soltanto al sistema americano, ma soprattutto alla sua famiglia. Tutto quello a cui lo Svedese ha creduto ardentemente, vacilla. Gli anni sessanta sono anni di rivolgimenti che oltre gli orrori della guerra in Vietnam, sono l’anelito della rivoluzione giovanile, dove per l’appunto i giovani scoprono la loro voce e rivendicano una propria posizione nella società. Vanno contro quello che la tipica famiglia americana vuole per loro, spesso si tratta di seguire le loro orme, e a volte lo fanno indossando una minigonna o guardando film “immorali” al cinema, altre con gesti estremi, proprio come quello che compierà Merry. Pastorale Americana è un libro incalzante, sicuramente pieno di rabbia e disperazione, ma che ci da tantissimi spunti di riflessione.
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