top of page
Cerca
Immagine del redattoreLetizia Capineri

L'Oriente New Wave. Parliamo di Wong Kar-wai


Wong Kar-wai è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico cinese. Uno dei nomi più importanti del cinema orientale contemporaneo ed esponente della New Wave di Hong Kong. La sua formazione non è stata cinematografica, ma studiò come designer grafico e il suo talento proviene proprio dalla grafica e dalla fotografia. Definito il "Tarantino cinese", Wong Kar-wai inventa un genere di cinema nuovo, psichedelico e sperimentale. La sua estetica si ispira a quella di Jean-Luc Godard e ai registi della Nouvelle Vague in generale, proprio per la sua capacità di destabilizzare le regole del tradizionale linguaggio cinematografico. Le caratteristiche di questo, a parer mio genio visionario, sono in primis l'uso di una narrativa non convenzionale. I suoi film sono frammentati, asimmetrici, spesso episodici, fino al punto di diventare confusi. Anche il contesto in cui si svolgono contribuisce a sottolineare gli aspetti narrativi, luce soffusa e al neon, luoghi sfuggenti nel dinamismo della città e colori accesi quasi fluorescenti. Ma sono soprattutto gli aspetti tecnici che utilizza a renderlo cosi all'avanguardia, assumendo anche i tratti del videoartista con editing veloci, cross cutting, freeze frame e l'uso dei jump cut, del famosissimo Fino all'ultimo respiro di Godard. Il suo stile anticonvenzionale porta al superamento del "genere" cinematografico e all'affermazione di uno stile del tutto personale. Un'altra caratteristica è il senso di nostalgia provato dai suoi personaggi. Vivono spesso rimpianti per un passato insoddisfatto, opportunità mancate e il tempo perduto. Vivono un amore tormentato, inconcludente, quasi platonico. Wong è bravissimo nella rappresentazione di un amore claustrofobico che porta alla solitudine, tramite suggestioni visive dal forte impatto emotivo, poetiche, delicate e allusive. L'unione di immagine e musica è perfettamente coordinata e volta ad ampliare una scena, già di per se sublime, arricchendola artisticamente.

Non posso non citare In the mood for love (2000).

Girato nella Hong Kong degli anni Sessanta è il manifesto di quel senso di nostalgia, di quell'amore impossibile e travagliato. In questo film, c'è per me una scena "iconica". Una raffinata ed elegantissima oltre che bellissima, Maggie Cheung che cammina nelle viuzze di Hong Kong e un assorto ed affascinante Tony Leung Chiu-Wai, con l'immancabile sigaretta tra le dita che la incrocia, il tutto a ralenti con in sottofondo Yumeji's Theme di Shigeru Umebayashi. Questo a dimostrazione di come la commistione tra suono e immagini crei intermezzi simbolici. Vi lascio qui il video della scena.

Meraviglioso anche nella cura delle scenografia e dei costumi. Questo è uno di quei film che deve rientrare assolutamente nelle vostre infinite liste di film da vedere.


Vi voglio parlare anche di Chunking Express (1994) e Fallen Angels (1995) il secondo è uno spin-off del primo.

Chunking Express o con il titolo italiano Hong Kong Express sulle note della famosissima California Dreamin' dei The Mamas & The Papas è un film basato su due storie diverse, di personaggi che vivono "love story" ormai finite e illusorie. Ma non è solo un semplice film sull'amore, è unico nel suo genere, ha uno stile post-moderno, dato dall'utilizzo della fotocamera a mano che si adatta all'ambiente urbano e affollato in cui si svolge il film e all'uso del linguaggio del video clip. Ritrae la complessità degli affetti in un mondo contemporaneo consumista che viaggia a un ritmo accelerato. Paragonando l'amore a una data di scadenza sui barattoli di Ananas. Aggiungo che nelle sue colonne sonore oltre che a canzoni pop cinesi, utilizza brani di artisti quali, The Cranberries, The Massive Attack, Laurie Anderson e Nat King Cole.


In Fallen Angel, o Angeli Perduti le due storie non sono giustapposte ma scorrono in montaggio alternato. L'amore è un tema ridondante nei film di Wong Kar-wai e anche in questo caso è perduto, come questi "Angeli" che sono condannati all'incomunicabilità a dispetto del loro disperato e morboso bisogno d'amore. In questo film riprende un genere, come il "gangster movie" e lo decontestualizza ricercando come nel film precedente gli stilemi del linguaggio del videoclip. Fallen Angel a mio parere ha tutte le caratteristiche di un film sperimentale dove ricorre spesso l'uso dello step-framing e di angolature deformi della camera.


Per ultimo vi parlo di 2046, (2004).

Oltre la bellezza di Zhang Ziyi che secondo me è stata una bravissima interprete, 2046 è la data dell'ultimo anno di libertà di Hong Kong dalla Cina. Nato come una continuazione di In the mood for love, alla fine si è trasformato in un vero e proprio doppelgänger filmico. Uno scrittore, distrutto dalla delusione di aver perso l'unico amore della sua vita, cerca nei ricordi che riaffiorano e nelle altre donne tracce della donna che non avrà mai più. 2046 è un posto, una dimensione futuristica creata dalla penna del protagonista in un libro che sta scrivendo, che contribuiscono a dare al film un carattere fantascientifico. Infine è anche il numero di una camera d'albergo, la stessa in cui Tony Leung e Maggie Cheung si vedevano in In the mood for love.

71 visualizzazioni0 commenti

Commentaires


Post: Blog2_Post
bottom of page